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Il punto sulle commodities 27 marzo 2017 - [video]

Il mercato delle materie prime analizzato dall'Ufficio Studi di Teleborsa

Il petrolio chiude una settimana debole, riportando un decremento dell'1,66% a 47,97 dollari al barile, riavviando la corsa al ribasso sotto la soglia psicologica dei 50 dollari. A penalizzare il greggio hanno concorso i dati sulle scorte annunciati dall'EIA, che hanno riportato un aumento superiore alle attese di 5 milioni di barili. Prosegue intanto l'aumento della produzione USA da Shail Oil con un aumento di ben 21 pozzi "attivi", secondo il monitoraggio effettuato settimanalmente da Baker Hughes.

Si è mosso in controtendenza invece il gas naturale, che ha guadagnato il 4,34% a 3,076 dollari per milione di BTU, nonostante il dato sugli stoccaggi pubblicato dall'EIA abbia indicato un calo in linea con le attese di 150 BCF. A sostenere il prodotto energetico contribuiscono ni segnali di aumento dell'export di gas in linea con la crescita della produzione.

Settimana molto incerta per il grano, il cui prezzo scivola del 2,64% a 424,75 cent per bushel dopo il rally dell'ottava precedente. Il frumento riavvia così il trend al ribasso segnalato l'ultimo periodo, nonostante la debolezza del dollaro, che avrebbe dovuto avvantaggiare l'export di prodotti agricoli USA. Pesano in generale le prospettive di una crescita del raccolto e del relativo surplus oltre le attese.

Altra ottava molto positiva per l'oro, che riporta un guadagno dell'1,49% a 1.248,5 dollari l'oncia, in risposta al progressivo deprezzamento del dollaro, che ha spinto al ribasso il dollar index ed ha premiato il cambio dell'euro a 1,08 USD. A condizionare il biglietto verde e il metallo prezioso, che si avvantaggia sempre di un dollaro debole, sono le prospettive di mantenimento di una politica accomodante da parte della Fed (già note) e le difficoltà del neoeletto Presidente Donald Trump di “smantellare” le riforme messe a punto da Obama, a partire da quella sanitaria.

Il rame chiude una settimana molto negativa, accusando un forte calo del 2,09% a 2,62 dollari la libbra. A parte gli effetti di realizzi, hanno giocato a sfavore del metallo, pesa la notizia della fine di un lunghissimo sciopero presso un'importante miniera in Cile, dopo ben 43 giorni di proteste.
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