È in dirittura d’arrivo l’esame del
decreto legge sulla scuola, noto come salva-precari, per la cui
conversione finale in legge, con passaggio obbligato a Palazzo Madama,
c’è tempo fino al 29 dicembre. Sul testo migliorato pesano diversi veti posti dal ministero dell’Economia, in particolare sull'assegnazione dei posti che si andranno a liberare con "Quota 100"; l’inclusione nel concorso per Dsga degli assistenti amministrativi facenti funzione da almeno tre anni; la trasformazione dei contratti sottoscritti dai maestri con diploma magistrale con sentenza negativa in supplenze con scadenza 30 giugno.
"Continuano le azioni di mobilitazione dell'Anief a favore dei cambiamenti sia sulla legge di bilancio 2020 sia sul
decreto salva precari.
Riteniamo che per quello che è stato battezzato "salva precari" il decreto legge
non ci siano le condizioni ad oggi di risolvere la supplentite, di risolvere la precarietà.
Siamo convinti che il testo anche se, dovesse essere approvato così com'è, in Aula di Montecitorio,
debba essere cambiato in Senato. Deve essere cambiato profondamente, così non ci piace,
non risolve i problemi dei precari". Lo afferma il
presidente nazionale del sindacato, Marcello Pacifico. "Noi abbiamo delle proposte semplici, sono più di quaranta, sono dirette, sono immediate, rispettano il diritto sia nazionale che comunitario, quindi
chiederemo ancora una volta ai parlamentari di modificare il testo.
E,
sulla legge di bilancio, basta chiacchiere: un ordine del giorno impegna a trovare nuove risorse se è possibile sulla scuola, noi chiediamo alla politica di assumersi questo impegno sugli organici sul reclutamento non solo del personale docente, ma anche del personale AtA e del personale educativo e, poi, soprattutto anche un
investimento nelle Università pure per i ricercatori che sono abbandonati a se stessi e soprattutto una scommessa per un futuro del paese più giusto equo e solidale grazie a degli investimenti che porteranno
continuità didattica che porteranno sicuramente finalmente una certezza degli organici per assicurare il diritto all'istruzione di tutti i nostri studenti, ma che soprattutto valorizza il personale. Con questi stipendi non si va da nessuna parte - aggiunge Pacifico - non conviene fare l'insegnante lo dicono tutti gli studi europei. Dobbiamo investire nella scuola che questa legge di bilancio sia uno dei primi provvedimenti che dia dei segnali positivi per far capire che
questa professione è la più nobile da quando Platone ci ricordò che, alla fine, nella repubblica dei filosofi, dovevano essere i filosofi a governare, ma perché dovevano governare, perché possedevano quella sapienza tale da poter organizzare lo Stato, uno
Stato democratico che garantisca i diritti di tutti".