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L'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale, cioè quell'aumento che viene dato ogni mese in automatico in attesa del rinnovo del contratto, misurato sul 50% del tasso di inflazione programmata,
non sarà data nel 2023". Lo denuncia
Marcello Pacifico, Presidente del sindacato
Anief, parlando della
proposta di sostituire questa indennità
con un bonus busta paga in misura fissa e non agganciato all'inflazione.
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E' una cosa gravissima - commenta il sindacalista - perché tra il 2022 ed il 2023, secondo il MEF,
l'inflazione salirà di 11 punti, tanto quanto è salito in 10 anni tra il 2008 e il 2018, quando per la prima volta fu bloccata l'indicizzazione della vacanza contrattuale".
"Questo vuol dire che, dal 2023, tutti i
dipendenti pubblici prenderanno mensilmente aumenti automatici di 30 euro, ma in realtà gliene
spetterebbero almeno quattro volte tanto, 120 euro, in attesa che si trovino le risorse per firmare il contratto".
"Questo significa che
mancano 6 miliardi ed il governo li deve mettere, perchè non c'è nessuna norma che blocca l'indicizzazione dei contratti", sottolinea il Presidente di Anief, ribadendo "queste risorse una tantum di
1 miliardo per aumenti dell'1,5%, pari a 30 euro, sono veramente
una goccia rispetto a quello che spetta ai lavoratori in attesa che il governo trovi gli altri soldi per l'altro rinnovo contrattuale".
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